L'architettura moderna ha giocato un ruolo importante nella colonizzazione e modernizzazione di altri mondi, ne ha giudicato e distrutto le forme di vita native e ha sostituito alle culture basate sulla domesticità e vicinato contenitori dentro cui educare le popolazioni del mondo non occidentale ad aspirare alla ricchezza del primo mondo senza mai accedervi
Franco La Cecla, antropologo e architetto. Nato (1950) e cresciuto in Sicilia, ha studiato tra Palermo, Venezia, Bologna e Berkeley. Si è formato alle Scienze Umane e all’antropologia alla scuola di Carlo Doglio, Giorgio Raimondo Cardona e Ivan Illich. Ha insegnato antropologia in università italiane e straniere, Catania, Bologna, Milano, Berkeley, Barcellona, Ginevra, Parigi. Attualmente insegna a Milano, Visual Anthropology in Naba e Antropologia e Arte in IulmÈ stato consulente del Renzo Piano Building Workshop e di Barcelona Regional, muovendosi da una minuziosa osservazione del quotidiano e delle evidenze materiali che lo compongono ha approfondito il tema dell’impatto sociale dell’architettura, indagando i modelli di organizzazione dello spazio e le dinamiche interattive che essi generano e sottoponendo la pratica dell’architettura contemporanea a una critica radicale, compiutamente esposta nel controverso saggio Contro l’architettura (2008) in cui ha accusato le archistar della modernità di aver decostruito il tessuto urbano e concentrato gli edifici residenziali in grandi aree marginali, di fatto erodendo progressivamente forme primarie di aggregazione sociale quali le relazioni di vicinato. Scandagliatore della limitarità e delle zone labili dell’agire umano, La Cecla ha sottoposto al vaglio critico dei paradigmi antropologici fenomeni apparentemente dissonanti quali il viaggio e l’industria turistica, le incompetenze del genere maschile nella gestione e nella rappresentazione della mascolinità così come in quelle delle relazioni amorose e della sessualità, le “evanescenti parzialità” costituite dai nuovi media come modi vicari della presenza e le forme di accordo non scritte su cui quotidianamente si fa e si disfa la reciprocità sociale. Il suo documentario In altro mare ha vinto il San Francisco International Film Festival nel 2011. Fra le sue recenti pubblicazioni: Contro l’urbanistica (2015), Essere amici (2019), Tradire i sentimenti. Rossori, lacrime, imbarazzi (2022) e Scambiarsi le arti (con A. Castelli, 2022), Bacio indiano (2023), Convincere Dio. Note sul pregare (2024). Con Stefano Savona ha curato l’installazione Praytime e, con Lucetta Scaraffia, la mostra Pregare, un’esperienza umana, alla Reggia di Venaria (2016). È consulente della Biennale di Malta 2024. È curatore con Andrea Anastasio della mostra Parallel Cities presso l’Istituto italiano di cultura di Delhi.